mercoledì 21 novembre 2012


al tuo fianco...


A volte penso al senso della vita, della mia vita.
E ripenso a quando da bambino volevo scrivere di come gli adulti ci fanno soffrire, così da poter aiutare gli adulti e me da grande, affinchè tutti i bambini potessero essere più felici.
Ci ho provato.
Ma non ci sono riuscito.

Poi da ragazzo, la musica che mi ha salvato e segnato per tutta la vita, l'adolescenza, la condivisione, l'amicizia unica e potente come il tuono, l'universo senza confini del mio pensiero e delle sensazioni, delle consapevolezze trascendentali, dell'amore come chiave universale che spingeva da dentro di me verso gli altri, quando volevo salvare il mondo dal dolore e dalle ingiustizie, dai vegetali agli animali agli uomini...in modo che tutti, poveri, ricchi ed intermedi potessero trovare la felicità in armonia, bastava che i ricchi ed i potenti si accontentassero di un pò meno, solo un poco, anche se più degli altri...
Ora lo so che era un modo ingenuo (e cristiano) di risolvere i problemi...(you may say i'm a dreamer...)
Ci ho provato.
Ma non ci sono riuscito.


Dopo le scuole (e la filosofia) arrivò il desiderio di ritirarmi in una casa sperduta sulla riva di un fiume, ma arrivò anche l'amore come un'onda anomala che mi travolse e mi portò via da tutte quelle cose...e forse mi salvò da altre.
Credevo allora, di essere più forte del destino, credevo che le cose sarebbero arrivate nella maniera più bella, come avviene ai sognatori e, per un pò fu così...ma avrebbe potuto esserlo per sempre (io ci credo ancora che si può vivere una vita come la si desidera).
E arrivò la morte, poi l'ansia, la depressione accanto a me, a condizionare tutto, a spegnere ogni mio slancio di vita, di bellezza, di pazzia, d'amore...una nube pesante e scura sopra ogni cosa, anche se bellissima e, la sensazione della fine imminente, i miei sogni che volavano sempre più in alto sembravano essersi frantumati contro un cielo di roccia grigia e dura.
Allora come venirne fuori?
Cercando con sforzi immani, dentro di me, la forza di reagire, arrivò un lavoro sicuro.
Ma non bastava, non cambiava niente, tutto era uguale.
La mia frustrazione cominciava a segnarmi ferite profonde quanto le gole dell'Alcantara, dove da bambino magro e gracile, figlio di un dopoguerra povero, mio padre mi portava a pescare rane con le mani (non io, lui), dove guardando in su vedevo il cielo stringersi come la vena del mio braccio, tra quelle rocce.
Ero stanco di tutto quel dolore senza neanche un lume all'orizzonte, ma tenevo stretto a me un giuramento fatto col cuore e, il cuore, non l'ho mai tradito, avevo capito che la mia vita futura era ormai segnata dall'infelicità ma preferivo immolarmi ad essa in nome della mia fedeltà a quel giuramento piuttosto che vivere con la consapevolezza di essermi tirato indietro, di essere scappato davanti alla prova della vita.
Ed ho accettato la lotta più dura.

Fino a quando arrivò mio figlio.
Io l'ho voluto fortemente, l'ho cercato, l'ho desiderato, l'ho difeso e coccolato, l'ho amato da quando nella prima gara della vita arrivò per primo e, con la sua determinazione morse quell'ovulo enorme raggiungendo il trono e dominando per 270 giorni quell'universo e, giorno dopo giorno anche oltre quel confine fisico...
Hai lottato e ci sei riuscito!

Da quel momento in poi è iniziata un'altra vita, anche se all'inizio sembrava avesse ancora gli stessi limiti, gli stessi cieli cupi ma io ero diverso, pur conservando dentro me una piantina magra, gracile ma con una misteriosa, incredibile forza, con radici testardamente radicate fin dentro i cromosomi.
Poco dopo ci fu il mio primo incontro con l'ambivalenza, il dualismo, la dolorosa dicotomia delle scelte...l'amore verso mio figlio che volevo proteggere dal male, che volevo portare per mano in un mondo più bello e giusto a cui insegnare la condivisione, la complicità, la semplicità, il suono del mare e dei tramonti, la fiducia e la forza, per insegnargli ad essere l'uomo nuovo del futuro...e richiudevo inconsapevolmente il mio primo cerchio con la precedente vita, nello stesso modo.
Ci ho provato.
Ma non ci sono riuscito.

Dare la colpa ad un altro, dare la colpa prima al padre e alla madre, poi ai fratelli e sorelle, poi al mondo e poi per ultimo alla propria compagna...in parte è così ma, non ti aiuta a crescere, a diventare una "persona" ed io volevo diventare una "persona", un uomo...perciò l'errore è stato mio, che non ero abbastanza maturo per "capire"...ero soltanto un giovane uomo puro ed ingenuo e non capivo ancora niente di potere e psicologia, non credevo che avrei dovuto guardarmi e difendermi da chi credevo volesse le mie stesse cose, senza gelosie ed invidie...senza farsi del male a vicenda...credevo che fosse l'amore ed il rispetto il nostro giuramento e, quando ho capito che questo era solo quello che "io" avevo giurato...pian piano me ne andai...quando ho capito che stavo diventando un uomo spento, senza più vitalità, desideri, entusiasmi, quando ormai non ero quasi più un uomo, quando mi sono reso conto che avevo una responsabilità sul tuo futuro, sull'immagine di padre che ti avrebbe condizionato, ipotecato il futuro, l'esempio di un uomo sconfitto che non ha saputo reagire, ribellarsi, rinascere e reinventarsi, con forza, coraggio e dignità...con il cuore spaccato in due, per sempre e ancora sanguinante, sono andato via, rinunciando al mio sogno più bello, vederti crescerei al mio fianco...
L'ho fatto perchè doveva essere fatto!
(e me ne sono sempre assunto la responsabilità, perché quando sai che una cosa è giusta riesci a farla anche pagando il prezzo del più alto sacrificio)

Ti do un consiglio.
la sindrome di peter pan, non voler crescere, diventare adulti, maturi è una cazzata che ti rovina la vita.
Bisogna seguire le tappe della vita affrontando le paure ed accettando la vita per quello che è, a volte va bene e a volte va male, non possiamo evitare il dolore ma cercando di farlo otteniamo l'opposto, escludiamo la gioia, nelle cose semplici e basilari troviamo la serenità, ma solo se abbiamo lo sguardo puro, non inquinato dal consumismo, quando accettiamo le leggi della vita ci scopriamo senza timori ed ansie e tutto si aggiusta, oppure finisce...cioè si aggiusta in un altro modo...
e l'ultimo segreto te lo sussurro, l'ultimo segreto, il più prezioso per la ricerca della felicità te lo dono con un filo di voce... è "dare", non "prendere", quelli saranno i tuoi momenti indimenticabili, "dare" e "ricevere", sopratutto amore.

Scopri ogni cosa e vivila, scopri l'amore, il sesso, il mare, la montagna, te stesso, gli altri, l'altro, la femminilità, l'essere uomo, gli alberi, la malattia, la morte, la sofferenza, l'umiliazione, la rinascita, la gioia, la felicità, il peccato, l'isolamento, la colpa, la liberazione, la schiavitù, la sconfitta e la vittoria, il sacrificio, il tempo libero, l'ozio, il dovere, la ribellione, la consuetudine, il coraggio, la paura, il canto, il pianto,le risate, il conformismo, il terrore, il dolore, la pazienza e l'impazienza, perdere ciò che avevi, il tempo, il vento, le leggi, il combattimento, la leggerezza, la pesantezza, l'intelligenza, la cultura, l'ignoranza, la bellezza, lo squallore, il delitto, il tradimento, il viaggio, il dolce e l'amaro, vivi tutto dagli estremi fino al centro, al mezzo, al punto esatto che sarà solo tuo e che tu deciderai, ma fallo sempre con la giusta distanza.

E ricordati di continuare a coltivare ciò che ami e più di tutti la piantina che ti porti dentro dalla nascita.
La curiosità, questa sete inesauribile, la bellezza dei micro-macro cosmi in tutto ciò che di visibile ed invisibile ci circonda o sta dentro di noi, questa ricerca di un orizzonte utopico, introvabile, impossibile ora, ma possibile tra un secolo, o in un'altra dimensione reale o sensoriale...quando tutto questo in me è diventato trascendentale, ho avuto la sensazione di aver superato anche quella cosa di cui tanti cattolici si vantano, la fede (cioè un meschino miraggio), seguendo una via meno facile, mai tracciata, la mia strada.

Ora so perché non mi è mai interessato vincere, testimoniare, esserci, vedere, cercare gratificazioni materiali, lusso, potere, inganni, falsità, ho imparato ad accettare complimenti, umiliazioni e insulti con lo stesso sorriso, ma non ho parole per spiegartelo...
Con lo stesso sorriso ho sconfitto coatti e violenti, lo stesso che non ha scalfito potenti né vincenti.
(pensi forse che sia perchè so di non essere soltanto io, ma una moltidudine? Che appartengo (a) e a me appartengono tutti gli esseri passati, presenti e futuri e tutto ciò che esiste qui ed oltre l'universo? E che ciò eliminerebbe quell'ego-centrismo che è causa naturale di tutto il male?)

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(materiale e immateriale, positivo e negativo...)
Allora se mi chiedi qual'è il senso della vita, della mia vita, ti risponderò che è "chiudere cerchi" e "non chiudere cerchi" o che, solo adesso lo so, è l'appassionata ricerca di sé attraverso gli altri o, che io sono completo unendo il prima di me, col dopo di me attraverso me, il principio creatore di ogni cosa, per questo abbiamo due braccia, due mani da tendere e stringere, una al passato ed una al futuro e noi al centro ma, anche un cerchio che non si chiude a volte, come in certi film, la vita non ci permette di chiudere il cerchio, per mancanza o perdita di figli o di padri, lasciando aperto il cerchio per tornare di nuovo a cercare ciò che non abbiamo completato o forse siamo nati imperfetti, ovvero perfettamente imperfetti, per cercare quasi all'infinito quel percorso che da due diventa uno...fino ad un gioco di specchi

io per sempre al tuo fianco,
(per scoprire quanto lontano possiamo andare).

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Father, son
(P.Gabriel)

Father, son
Locked as one
In this empty room
Spine against spine
Yours against mine
Till the warmth comes through

Remember the breakwaters down by the waves
I first found my courage
Knowing daddy could save
I could hold back the tide
With my dad by my side

Dogs, plows and bows
We move through each pose
Struggling in our separate ways
Mantras and hymns
Unfolding limbs
Looking for release through the pain

And the yogi's eyes are open
Looking up above
He too is dreaming of his daddy's love
With his dad by his side
Got his dad by his side

Can you recall
How you took me to school
We couldn't talk much at all
It's been so many years
And now these tears
Guess I'm still your child

Out on the moors
We take a pause
See how far we have come
You're moving quite slow
How far can we go
Father and son

With my dad by my side
With my dad by my side
Got my dad by my side
With me

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